sabato 5 luglio 2014

Questione di delicatezza.

<< La "vita interiore" è prerogativa dei delicati, di quegli aborti frementi, soggetti a un'epilessia senza caduta né bava. L'essere biologicamente integro diffida della "profondità", ne è incapace, vede in essa una dimensione sospetta che nuoce alla spontaneità degli atti. Non si inganna: con il ripiegamento su se stesso comincia il dramma dell'individuo - la sua gloria e il suo declino; isolandosi dal flusso anonimo, dallo scorrere utilitario della vita, egli si emancipa dai fini oggettivi. Una civiltà è "minata" quando sono i delicati a darle il tono; ma grazie a loro, trionfa definitivamente sulla natura - e sprofonda. Un supremo esemplare di raffinatezza riunisce in sé l'esaltato e il sofista: non aderisce più ai propri slanci, li coltiva senza crederci; è la debolezza onniscente delle epoche crepuscolari, che prefigura l'eclissi dell'uomo. I delicati ci fanno intravedere il momento in cui i portinai saranno estenuati da scrupoli di esteti; in cui i contadini, piegati dai dubbi, non avranno più il vigore necessario a impugnare l'aratro; in cui tutti gli esseri, rosi dalla chiaroveggenza e svuotati degli istinti, si spegneranno senza la forza di rimpiangere la prospera notte delle loro illusioni... >>

(pag. 128, Sommario di decomposizione, E. M. Cioran)

Illuminazione e Terapia dell'insonnia.

C'è chi ci finisce al manicomio.
Un'intera vita a cercare di imparare, capire, comprendere;
quando poi, operando chirurgicamente su se stessi, accade tutto in una notte sola.